I bambini e l’apprendimento della danza
Soprattutto vivendo in città grandi e stressanti, come Milano, Torino, Roma o Napoli, i genitori hanno poco tempo, i piccoli sono seguiti da baby sitter, nonni ed altre figure di riferimento: l’attenzione da rivolgere al loro sviluppo psicomotorio è davvero molta.
Un corso di danza per bambini deve in primo luogo rispettare lo sviluppo psicomotorio dei bambini, e curare la loro evoluzione motoria, cognitiva e relazionale-affettiva.
Nell’insegnamento per prima cosa occorre ricordare che lo sviluppo delle capacità motorie, relazionali e cognitive è assolutamente soggettivo e può variare anche moltissimo da un soggetto all’altro in termini di tempo, senza per questo entrare nella patologia. Di solito il bimbo che sviluppa molto un’abilità in uno dei tre campi, tarda a svilupparne altre relative ad altre aree. Ad esempio, ci sono bambini che imparano molto precocemente a camminare, addirittura a soli nove mesi, ma che impiegano molto più tempo a parlare, o viceversa. Anche nell’adulto questo fatto rimane evidente: ci sono persone che hanno particolari abilità nella sfera relazionale e che sono invece carenti in quella motoria ecc.
Il compito di un insegnante dovrebbe sempre essere quello di favorire lo sviluppo delle tre aree negli allievi di ogni età.
Il lavoro corporeo di un corso di danza per bambini deve essere rivolto alla comunicazione o quanto meno all’espressione.
L’aspetto cognitivo è fondamentale nell’apprendimento di una disciplina corporea: occorre tener presente regole, sequenze, relazione con la musica, uso dello spazio.
Altro aspetto da considerare è che è assolutamente normale che lo sviluppo psicomotorio proceda in alcuni casi in maniera graduale e in altri casi, o in periodi diversi della vita di uno stesso soggetto, in modo discontinuo, a salti. Ogni persone è diversa e ogni momento della vita è diverso!
Il rispetto
I tempi di apprendimento sono quindi assolutamente soggettivi: sarebbe inutile forzare l’apprendimento senza rispettare la naturale maturazione della persona, proprio come dannoso sarebbe forzare un neonato a stare seduto prima che i muscoli della sua schiena e del suo collo siano in grado di sopportare l’azione della forza di gravità. Spesso gli insegnanti di danza desiderano vedere “i risultati”, e colpevolizzano gli allievi quando non offrono il richiesto livello di capacità tecniche. Certamente è necessario stimolare la crescita con esercizi, consigli, correzioni, esortazioni, lodi ecc, ma quando il momento non è ancora arrivato, nessun input funzionerà! Capita spessissimo che un allievo arrivi un bel giorno a lezione dicendo: “Sai che ho sentito che…”, come se si trattasse di una sua personale scoperta, e ripete una delle cose che l’insegnante ha detto mille volte a lezione. Di solito quella persona non si rende neppure conto che sta dicendo una cosa che l’insegnante ha già menzionato più volte: la sua “scoperta” lo entusiasma, e assume il valore di realtà assoluta! Conoscere nella teoria non significa vivere l’esperienza… sarebbe come dire di conoscere l’India solo per aver visto documentari e letto libri… l’esperienza personale non è sostituibile! Nella danza o nel lavoro corporeo, poi, è ancora più profondo il divario fra ciò che si sa e ciò che si sa fare, altrimenti dovrebbe accadere che, conoscendo tutte le regole che governano una tecnica di movimento, il soggetto sia in grado di eseguire tutti i gesti alla perfezione… cosa che sappiamo bene non essere assolutamente possibile!
Un corso di danza per bambini (Vedi www.ilmosaicodanza.it) può essere la migliore delle scelte, ma deve essere ben ponderata.